Efficienza Energetica e Direttiva Case Green: la situazione in Italia
Nel 2023 gli investimenti in efficienza energetica nel nostro Paese sono stati pari a circa 85-95 miliardi di euro trainati dal settore residenziale che, con l’effetto del superbonus, ha fatto la parte del leone (55-59 miliardi di euro, il triplo dei 20 miliardi scarsi spesi nel 2022) e dal terziario (25-29 miliardi). Decisamente poco rilevanti invece la PA – i cui investimenti sono supportati principalmente da Prepac, Pnrr, Conto Termico – e il settore industriale che ha tuttavia registrato un aumento del 20% rispetto al 2022.
Il boom degli investimenti nel settore residenziale ha rappresentato un’indubbia opportunità per il comparto dell’efficienza energetica spingendo in particolare quegli interventi che prima del superbonus erano invece relegati a un ruolo più marginale, come il cappotto termico e i serramenti, oggi quasi il 50% del totale. Ma cosa succederà ora che tutte le forme di “bonus” sono uscite di scena o sono state drasticamente ridimensionate?
“Il quadro è piuttosto complesso e incerto – spiega Federico Frattini, Vicedirettore e Responsabile del Report elaborato dalla Energy&Strategy School of Management Politecnico di Milano – da un lato l’Europa ha alzato l’asticella degli obiettivi, con l’Energy Efficiency Directive e soprattutto con l’Energy Performance of Buildings Directive; dall’altro lato, l’indice di propensione agli investimenti in efficienza energetica misurato dalla nostra survey è decisamente in calo e sono molte le preoccupazioni degli operatori riguardo al futuro del mercato”.
Stando al modello elaborato, infatti, adeguarci alla direttiva UE Case Green (Energy Performance of Buildings Directive) qualora venisse recepita dall’Italia ci costerebbe circa 180 miliardi di euro. Una cifra comparabile con quanto è stato speso nell’ultimo triennio tra superbonus, ecobonus e bonus casa ma che per essere efficace dovrebbe essere “spalmata” su un numero molto più ampio di edifici, in particolare quelli nelle peggiori condizioni appartenenti alla classe G che sono circa 5 milioni (il 40% dell’intero parco immobiliare italiano) e andrebbero adeguati per quasi la metà.
Secondo Casa Green – che definisce i requisiti e i target da conseguire entro il 2030 per immobili residenziali e non, nuovi e ristrutturati – dovremmo ridurre il consumo di energia primaria per gli edifici a uso abitativo del 16% rispetto al 2020 quindi di 6,32 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, passando da 39,49 Mtep a 33,17) e ben il 55% di questo risparmio (3,46 Mtep) dovrebbe riguardare gli immobili di classe G che sarebbero da efficientare almeno per il 43% in metratura o in numero di edifici.
“A differenza di quanto fatto nel recente passato, bisognerà intervenire in maniera molto più estensiva sul territorio in termini di numero di edifici – commenta Vittorio Chiesa, Direttore di E&S – parte di queste risorse potrebbe (o dovrebbe) arrivare da un nuovo grande piano di finanziamenti europei ma non basta, occorre una pianificazione attenta e la messa a punto di strumenti di supporto alla riqualificazione energetica degli edifici che oggi non è parte della nostra agenda politica”.
Articolo completo al seguente link: https://tinyurl.com/mrkprybw.